Progetti Sociali
Ci presentiamo...
L’UPDM è un ente senza scopo di lucro, costituito ai sensi della legge dicembre 2000 n. 383 che svolge attività di formazione e ricerca scientifica a livello Nazionale ed Internazionale. È associata alla Confederazione Nazionale delle Università Popolari Italiane (CNUPI) ente con personalità giuridica riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica con DM: 12 maggio 1981, pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 30 agosto 1991 al n. 203. Attualmente l’associazione è iscritta anche nei registri Nazionali e Regionali del Terzo settore.
L’Università attraverso i dipartimenti di: salute naturale e tecniche bio-naturali, di ecologia Eco Lab , il dipartimento di scienze dello sport, si propone di creare il riferimento di eccellenza per i percorsi formativi e specialistici nei settori che maggiormente influenzano la formazione umanistica, sociale ed economica dell’individuo e dei sistemi. In particolar modo con il dipartimento Eco Lab stiamo seguendo tutta la filiera della compensazione volontaria della Co2 ( crediti di carbonio )
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L’UPDM, certificata sia 14001 che 9001 , gestisce sia i protocolli della forestazione con piante di PAULOWNIA che, un registro nazionale della localizzazione delle coltivazioni e dei Partner che aderiscono alla compensazione volontaria .
Riassumo in breve i punti per cui una azienda può essere interessata alla compensazione volontaria della Co2
1-La compensazione riduce la concentrazione di CO2 in atmosfera.
2- L’investimento è assolutamente sostenibile economicamente dalle imprese. ( nel nostro caso siamo riusciti a mettere a punto un investimento praticamente a “ Costo Zero”)
3- Investire in iniziative come la compensazione può anche aumentare la fidelizzazione dei clienti. Da alcune ricerche realizzate negli Stati Uniti ed in Europa risulta che l‘88% dei consumatori è più fedele alle aziende che sostengono progetti sociali e ambientali.
4- I consumatori sono disposti a pagare di più per i marchi che si impegnano per la sostenibilità. Soprattutto La generazione dei Millennials (nati dal 1980 al 2000)
5-Le aziende che si impegnano nella sostenibilità ambientale, iniziando anche con la compensazione, attraggono e ritengono i migliori talenti
6- Queste iniziative devono essere riportate nelle informazioni non economiche dei bilanci. In questo modo l’azienda dimostra di ridurre i propri rischi e può migliorare i rating di accesso al credito e ottenere riduzioni sui premi assicurativi.
7- La compensazione è parte integrante di nuovi modelli di green marketing, che è delicato e importante perché non si deve confondere con green washing.
La compensazione della CO2 aiuta perché è un modo chiaro e tangibile per mostrare ai clienti, fornitori, stakeholder che l’azienda sta partecipando al cambiamento. Il vantaggio della compensazione è che si è in grado di quantificare l’impatto positivo dell’iniziativa: “Compensiamo 50 tonnellate di CO2”, oltre al fatto che esiste una corrispondenza reale tra l’investimento aziendale e la creazione e manutenzione di boschi e foreste.
F.A.Q.
Per saperne di più…
Un credito di carbonio corrisponde ad 1 tonnellata di Co2 compensata.
Ogni azienda piccola o grande produce inquinamento. La Carbon Foot Print viene misurata in quantità di Co2.
Compensare significa trovare una modalità per azzerare la Co2 emessa.
Al di fuori di alcune aziende che per legge UE sono obbligate, ve ne sono altre che scelgono la compensazione per motivazioni: Ambientali – Sociali – di immagine commerciale.
Ti pongo una domanda, se devi acquistare un articolo preferisci farlo, a parità di prezzo, da una azienda GREEN o da una azienda NO GREEN?
Il certificato di compensazione emesso dall’Università Popolare del Mediterraneo contiene:
1 – totale tonnellate di Co2 compensata
2 – le particelle catastali di dove sono ubicate le coltivazioni di paulownia
3 – il periodo di compensazione
E’ stata utilizzata la Paulownia come pianta perchè da studi scientifici certificati, è la pianta con maggiore assorbimento di Co2 al mondo.
A seconda il protocollo di coltivazione (Iso 14001) si va dai 30 ai 95 Kg/anno/pianta.
Inoltre la coltivazione può essere effettuata in modalità Bio.